Da Tilat Sumdo verso la sorgente miracolosa
Di Admin (del 20/01/2007 @ 13:40:00, in tChadar, linkato 1159 volte)

Verso Tilat Sumdo © Marco vasta 1993 Abbiamo dormito ai piedi di questa piramide di roccia, le grotte erano occupate da famiglie di locali con bambini. Questa notta la temperatura è scesa a -15° e stamane ho apprezzato ancora di più il tepore del sacco a pelo aspettando con sentimenti contrastanti il momento che ritengo peggiore di tutta la giornata: piegare il sacco a pelo! Occorre farlo a mani nude e sembra di arrotolare il ghiaccio mentre l’involucro scappa da tutte le parti. Ho adottato la tecnica di Marco Berni che a sua volta l’ha appresa dagli altri concorrenti alla Iditarod in Alaska: infilare il sacco a pelo nel suo contenitore prendendolo a pugni e manate. Utile anche per scaldare il corpo.

Ed è importante mettere in funzione la macchina. Nel 2002 Sonam era venuto a prendermi lungo il Djulam, il sentiero alto. Una mattina la gamba destra aveva risposto male al primo movimento a freddo e il muscolo si era strappato. I compagni l’avevano aiutato fino alla valle di Marka dove aveva noleggiato un cavallo “a prezzo da turista!”. Era arrivato al Panorama con dieci giorni di ritardo, quando Nawang pensava già di far uscire un elicottero per rintracciare l’amico ed i suoi due compagni.

Colazione al freddo, con il metallo del bicchiere che ti brucia le labbra. E poi via con la seconda tappa di questo trek, l’unico trek al mondo dove il sentiero può svanirti letteralmente sotto i piedi. Pian piano oggi abbiamo migliorato la tecnica di progressione su ghiaccio orizzontale. Niente piolet traction alla Yvon Chouinard! Solo bastoncini e buone suole dalla mescola morbida che facciano presa sul ghiaccio. Era stato proprio qui che appena partito dalla ampia grotta, ero letteralmente sprofondato in acqua. Non sapevo ancora riconoscere la consistenza del ghiaccio.

Anche oggi abbiamo sentito il toc toc del primo portatore che assaggia il ghiaccio con il suo bastone. Questo i “lhu” le divinità delle acque lo consentono, ma ricordatevi che i vostri piedi impuri calpestano il loro regno, diceva l’altra sera Sonam. E mi raccomando – ha aggiunto – le necessità fisiologiche non sul ghiaccio!”. Lo diceva in tono scherzoso, ma poi lo crederà veramente? Di sicuro ogni tanto risuona qualche grido. Agostino le prime volte era preoccupato. L’eco ci portava questi suoni, che fossero di avvertimento? Sembra invece che i portatori quando aggirano un roccione ed avanzano in una nuovo settore del canyon, urlino per cacciare le divinità maligne.

Tsomo Bao  Lat N 033 054'016.927" Lon E 077 006'056.498" Alt 3213m

Quella di oggi è stata una tappa dura con qualche passaggio su roccette. Ora siamo alla grotta di Tsomo Bao dove passeremo la notte. Nei pressi una sorgente di acqua calda che proverrebbe dal lago Tsomoriri. Diverse sono le leggende sulle sue origini, Sonam ci racconta che sarebbe sgorgata miracolosamente per dare conforto a dei pellegrini infreddoliti.