Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico dal più recente al primo.
Di Admin (del 18/01/2007 @ 12:00:00, in Tchadar, linkato 1173 volte)
La spedizione è stata ospite a pranzo del TCV di Choglamsar. In questo sobborgo di Leh si trova una delle piu' grandi colonie di esuli tibetani. Ancora oggi vi è gente che scappa dal Tibet. Abbiamo incontrato Chomo Tupte che si occupa del sostegno a distanza dei 2000 bambini che frequentano il TCV o che vi sono ospitati se orfani. Sono strutture basate sulla formula dei Villagi SOS ed alle materne ed alle primarie si segue il metodo Montessori.
Pomeriggio dedicato alle ultime spese e preparativi
Di Admin (del 18/01/2007 @ 11:00:00, in tChadar, linkato 1080 volte)
Le maschere indossate a Spituk chiamate jelbagh e le varie danze si sono svolte davanti alla statua di Tara, esposta per l’occasione traendola dal tempio a lei dedicato. L'aria è fredda, ogni tanto un colpo di vento sembra scendere dallo Stok Kangri e rabbrividiamo. Vicky Sevegnani ha pubblicato assieme a Piero Verni un libro sulle danze cham ed anni fa ha assistito alle danze qui in Ladakh. Vicky ricorda la partecipazione dei fedeli ai movimenti dei danzatori. I ladakhi subivano la fascinazione di quei movimenti.
Per secoli il cham è stato l'unico momento "teatrale" cui si assisteva in villaggi e città dell'Himalaya. Mentre i danzatori ripetevano l'ennesinmo movimento, mi chiedevo se sia ancora lo stesso per questi giovanotti in giubbino di pelle e berretto ad unghia. Le cassette e i DVD avranno sostituito il cham?
Abbiamo lasciato Spituk verso mezzogiorno scossi ed ormai disinteressati per l'incidente occorso ad un membro della spedizione piemontese.
Di Admin (del 17/01/2007 @ 12:00:31, in tChadar, linkato 1557 volte)
L’ultimo Kushok Bakula è deceduto alcuni anni fa rimpianto da tutti i ladakhi per la fiera ed intransigente difesa della sua gente. Stamane abbiamo partecipato alla festa del monastero di Spituk che di Bakula Rimpoche era la sede ufficiale, anche se poi lui preferiva il più ritirato e tranquillo Sankar gompa ai bordi settentrionali dell’oasi di Chanspa. E come non dargli ragione visto che anche noi siamo venuti ad alloggiare al Panorama Hotel.
La festa con le danze cham si celebra nel cortile che domina la valle dell’Indo guardando verso sud. Una pianura di forma, dimensioni ed ampiezza inimmaginabili per chi in estate arriva quassù risalendo la valle dell’Indo. Aldilà dell’Indo, il fianco meridionale della valle è racchiuso dalle cime innevate dello Stok Kangri. Le vallette laterali sono brevi ed alle loro testate biancheggia qualche ghiacciaio, da lassù scendono torrenti che in basso devono aprirsi la strada attraverso tutta una serie di dossi tondeggianti paralleli al corso del grande fiume, ma al suo sbocco ogni torrente ha formato un ampio conoide che si unisce alle falde in un unico immenso deposito: e un gigantesco piano inclinato costituito da ciotoli nereggianti. La riva opposta, quella sulla destra orografica, è completamente diversa. Qui la catena montuosa è fatta di graniti che separano per centinaia di chilometri l’Indo dal grande affluente Shyok (pr. Sciaiok). La catena scende verso il fondo del vasto bacino con brevi contrafforti e con tutta una serie di conoidi esterni alle valli. Nel mezzo sta la fascia pianeggiante, con l’Indo che scorre lento, diviso in numerosi rami ed è tutto un luccicare di strade asfaltate, canali e canalette, grandi opere d’irrigazione che scorrono fra prati, campi, piste aeroportuali, chorten, case ladakhe, lunghi capannoni militari.
Assistono al cham monaci di tutte le dipendenze, vengono dai monasteri di Sankar presso Leh, Gurphung a Stok e Pashi Gephel a Sabu. Le danze non differiscono poi tanto da tutte le cerimonie. Qui siamo in casa gelugpa, i virtuosi, l'ordine riformato da Tsong kapa ed al quale appartiene anche il Dalai Lama. Oggi è il primo dei due giorni di festa e le danze si svolgono con le maschere, mentre all'esterno monachelli di tutti i conventi della valle chiedono una donazione. Sonam scuote la testa irritato. "Non chiedevano soldi prima che voi occidentali cominciaste a foraggiarli... pensino a pregare invece di cercare soldi, sempre soldi"
A differenza dei festival ormai turistici come quello di Hemis, stamane qui vi era un assembramento di migliaia di persone. Cortile e terrazze, fineste e balconi. Impossibilitati ad avvicinarci ai danzatori per la calca, ma non stanchi delle nenie, abbiamo compiuto un piccolo ulteriore sforzo e siamo saliti al tempietto posto in vetta alla collina, dove luci al neon illuminano l’antro che conserva statue e maschere, ne è valsa la pena… Impossibile entrare: una calca di fedeli cercava di entrare mentre altrettanti, forse un centinaio erano rinchiusi nel tempietto...
Di Admin (del 17/01/2007 @ 12:00:17, in Tchadar, linkato 1058 volte)
E' arrivata ieri con noi una squadra canadese di hokey su ghiaccio. Giocano alla pista vicino alla chiesa protestante. Negli intervalli delle partite i ragazzini tornano padroni del "palaghiaccio" e si rincorrono gridando di gioia o di dolore per i capitomboli.
Di Admin (del 16/01/2007 @ 12:08:06, in Tchadar, linkato 1083 volte)
Nel Gompa Somar, il tempio nuovo di Leh, per tutto il giorno i fedeli hanno pregato mentre un rimpoche impartiva benedizioni ed i monaci salmodiavano e cantilenavano. Nel cortile sono stati disposti grandi teloni a mo' di tappeto. Bella questa Leh invernale, con le strade senza turisti chiassosi che cercano le specialitä del proprio paese. La gente veste maggiormente l'abito tradizionale soprattuto gli uomini che in estate non lo indossano preferendo calzoni e felpe all'occidentale.
Il tempo ci ha favorito. Sonam ci ha accolti in areoporto. All'atterraggio tempo sereno e -14 gradi, poi la temperatura si è alzata e nel pomeriggio, mentre sto scrivendo c'è un piacevole tepore.
I portatori sono giunti ieri dallo Zanskar guidati da Noorbu, conoscenza di vecchia data. Ad ogni modo i portatori vogliono ripartire solo il 19 mattina. Il 18 è giorno infausto e si sta a casa...
Di Admin (del 15/01/2007 @ 10:20:00, in tChadar, linkato 1179 volte)
Quando le giornate sono limpide, il volo verso Leh è una pagina di viaggio sospesa nel cielo. È una porta di comunicazione che si apre nel tempo e nello spazio. Non è il lungo e monotono volo intercontinentale. Dimentichi che sei su un aereo e guardando dai finestrini voli su un tappeto volante. Chi può e sopratutto se al primo volo sull'Himalaya cerca di spostarsi dai finestrini di destra da dove entra il primo sole, basso, là verso il garwal, a quelli di sinistra dove i frequent flyers riconosco il massiccio di Nun e Kun.
L'aereo della Jet Airways è decollato in perfetto orario nella nebiolina che ammantava questa mattina Delhi. Il sole è sorto per noi da dietro le montagne del Garwal. La Nanda Devi era una piramide controluce. La rotta ci ha portati su Simla, sopra il Rothang Pass (all inizio della pista fra Manali e Leh), il pilota ci ha indicato il Kar Tso e il lago Tsomoriri, poi per guadagnare tempo lo ha risorvolatoa per infilarsi infine sopra Upshi nella valle del fiume Indo. Siamo entrati nella nebbia a 6000 metri. Ogni tanto ritornavamo in alto nell' azzurro per poi rituffarci fra le montagne. Il silenzio è sceso fra i passeggeri. Tutto era un biancore lanugginoso dominato dal rombo dei motori. Alla fine il pilota non si è fidato di questo volo che porta l'aereo ad infilarsi fra la montagna ed il monastero di Spituk. Siamo tornati a Delhi dove con pazienza, dopo i primi netti rifiuti, la Jet Airways ci ho trovato l' «accomodation». Pazienza, riproviamo domattina.
Di Admin (del 14/01/2007 @ 20:55:00, in tChadar, linkato 1083 volte)
Ippolito Desideri nel '700 aveva impiegato un paio d'anni per arrivare da Roma a Leh, la spedizione De Filippi nel 1913 alcuni mesi. Noi ci arriveremo in meno di 24 ore da letto a letto. Non amo partire da Malpensa. È noiosamente lontana e arrivarvi desta sempre timore. Timore di non arrivare in tempo, timore di rimanere bloccato nell’ennesimo ingorgo sulla Milano Venezia o sulla Milano Laghi. È anche la mia prima volta con Alitalia come vettore internazionale. Poche ore di volo senza scali intermedi. Con la speranza che non abbiano perso il bagaglio prima di imbarcarlo. Arrivare a Delhi è ormai routine. L’apparecchio ha attraccato al braccio mobile. Quelle sensazioni che ti afferravano quando atterravi di notte a Nuova Delhi sono ormai attutite. Le ha raccontate magnificamente Giuseppe Cederna ne “Il grande Viaggio”. Ma ora non è notte fonda (ora di arrivo di tanti voli che ho preso in passato) e non è estate. Il caldo non ti si appiccica addosso assieme al tanfo dei motori. Scivoliamo vero il controllo passaporti e la dogana. Cambio agli sportelli della Thomas Cook ed ecco subito fuori l’incaricato che ci aspetta. In mano il suo “Welcome mr. Vasta + 3 pax”. È venuto a prenderci con un pulmino per meglio trasportare i bagagli inviati in anticipo. I due bidoni blu sono infatti in fondo, sui sedili posteriori. All’aeroporto dei nazionali (mi dimentico sempre che qui li chiamano domestic) il militare di guardia arriccia un po’ il naso perché siamo in largo anticipo sul Chek-in. Non resta che girovagare in attesa che aprano. Agostino imperturbabile apre il suo materassino e si butta a dormire. Noi girovaghiamo, dormiamo, sbadigliamo. In fondo per noi è ancora domenica sera.
Di Admin (del 25/12/2006 @ 17:50:19, in Tchadar, linkato 1579 volte)
Qui comincia l'avventura ...
di comunicare e raccontare. Non so se riuscirò ad interessare gli amici che mi seguiranno sul web. Avrai la pazienza di andare ogni tanto a controllare se vi sono aggiornamenti?
Al momento la vera avventura telematica sarà quella di tenere aggiornato questo blog tramite il telefono satellitare che permette di inviare messaggi e, quando possibile, inviare anche fotografie.
Questo sarà l'aspetto tecnico forse insuperabile. Scattare in digitale, trasferire su un PC. Rendere "leggera" l'immagine per caricarla sul server più facilmente. Trasmettiamo a 9.6 kbps. Praticamente la preistoria dei modem... Da Delhi e da Leh sarà facile, almeno per la parte scritta. Un portatile ci aspetta a Padum per elaborare le immagini. Vedremo, sarà interessante.
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